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A CENA CON L’ASSASSINO, Alexandra Benedict

Recensione di “A cena con l’assassino”


Autrice: Alexandra Benedict

Casa editrice: Newton Compton Editori

Genere: mistero, giallo

Pagine: 279

Prima pubblicazione: 2021

Titolo originale: The Christmas Murder Game

Gradimento personale: 3/5 ⭐

Liliana una volta le aveva detto che le persone sono come le poesie, che c’è un senso superficiale e poi un ritmo profondo, le contraddizioni apparenti, i chiaroscuri, gli schemi, le verità che puoi scoprire a patto di essere disposta a fare uno sforzo. Ma Liliana insegnava poesia e di norma le piacevano le persone, mentre Lily non insegnava letteratura e neppure amava la gente.

A cena con l’assassino, pag. 25

“A cena con l’assassino” (pessima traduzione del titolo originale “Il gioco dell’omicidio di Natale”) è un romanzo che richiama fortemente i famosissimi “dieci piccoli indiani” ma, senza quella brillantezza che ha reso il romanzo della Christie immortale.

Seguendo l’ultimo volere della loro zia Liliana, un gruppo di cugini decide di trascorrere le dodici giornate di Natale a Endgame House, la loro tenuta di famiglia. L’ultimo volere della zia era, infatti, sfidarli a un complesso gioco composto di indovinelli mettendo in palio l’eredità dell’intera tenuta. Tutto sembra andar bene… almeno fino al ritrovamento della prima vittima.

“A cena con l’assassino” è quindi un libro che sfida il suo lettore con una serie di anagrammi da risolvere e parole chiave da trovare. Per quella che è la mia opinione, penso sia riuscito meglio l’aspetto del gioco piuttosto che quello della narrativa.

La grande pecca di questo romanzo sono i personaggi: maschere rigide nei ruoli che sono stati loro assegnati. Tom è il buono, Gray è il ragazzo strano ma dolce, Sara è la str*nza di turno, la signora Castle è l’aiutante un poco misteriosa, Lily è un po’ la classica protagonista mary sue (perfetta in tutto, amata da tutti, ma sia mai che se ne renda conto), mentre tutti gli altri sono semplici comparse prive di una reale utilità. Le evoluzioni nel corso dell’intera trama sono quasi completamente assenti e i personaggi restano congelati nei loro ruoli fino al diventare quasi degli stereotipi.

Senza entrare troppo nei dettagli, anche la trama a tratti vacilla, soprattutto in certe svolte nel finale. Tuttavia, nel complesso mi è piaciuta come lettura e mi ha molto incuriosita; è un libro capace di mantenere l’attenzione e di incuriosire il lettore. Devo ammettere che non è stato all’altezza delle mie aspettative, ma in generale si è rivelata una lettura gradevole.

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