Chiacchiere librose

Alla scoperta del BOOKPRIDE di quest’anno

Come probabilmente si sarà già intuito, sono una fan della lettura e quindi non ho potuto lasciarmi sfuggire l’occasione di andare settimana scorsa al Bookpride di Milano alla ricerca di qualche nuova perla.

La cosa che apprezzo maggiormente delle fiere del libro in generale è proprio la possibilità di poter a scovare tutti quei piccoli editori che, per un motivo o per un altro, non riescono a raggiungere le librerie. E quale occasione migliore della fiera nazionale dell’editoria indipendente per scoprire qualche nuova realtà interessante?

Quest’anno ho acquistato otto libri da sette case editrici differenti e mi sembrava interessante presentare brevemente questi lavori che, a mio avviso, promettono essere tutti letture estremamente affascinanti.


inquietudine e oscurità

Ultimamente sono particolarmente attratta da generi come l’horror, il soprannaturale e il dark, quindi i miei acquisti sono andati spesso e volentieri in questa direzione. Tra tutti i testi addocchiati, uno mi incuriosisce in particolar modo e, infatti, non vedo davvero l’ora di leggerlo; si tratta di “La casa impura”, romanzo dell’autrice giapponese Ono Fuyumi ed edito dalla Atmosphere Libri nel 2021. Un testo che promette essere estremamente particolare quanto angosciante, e dato che io ho il coraggio di un coniglio non vedo l’ora di passare le notti sveglia a causa di questa lettura.

Altro volume che mi ha subito colpita grazie alla sua estetica estremamente curata e accattivante è stato “Una discesa nel Maelstrom” scritto da Edgar Allan Poe e pubblicato dalla Coppola Editore l’anno scorso. Sono sempre stata affascinata da questo autore e quando mi è caduto l’occhio su questa magnifica edizione non ho potuto resistere.

L’ultimo dei libri a “tema inquietudine” è… reggetevi forte per la sorpresa… un romanzo scritto da Louisa May Alcott. Ebbene sì, la nostra autrice di “Piccole donne” ha anche un lato oscuro e ce lo mostra in “Un moderno Mefistofele”, romanzo intenso e provocatorio pubblicato l’anno scorso dalla Black Dog.


Verso il Tibet

Cambiamo completamente atmosfera e immergiamoci nella narrativa di viaggio, in particolar modo verso il Tibet. Questa meta mi ha sempre affascinata ma, a parte il ben noto “Sette anni in Tibet”, non sono mai riuscita a trovare molti testi di narrativa ambientati in questa terra, così appena ho scorto “Il Tibet in tre semplici” allo stand della Prehistorica Editore è scattata la scintilla. L’autore è il francese Pierre Jourde e ciò che più mi ha colpito della sua opera è stata la sua capacità di fondere assieme misticismo, avventura e una generosa dose di ironia.

Le premesse sono estremamente accattivanti e promettono una lettura affascinante e adrenalinica, nella quale non vedo l’ora di gettarmi.


Thriller e mistero

Data la magnifica occasione offertami dal Bookpride, non potevo non rifornirmi dei miei generi preferiti, ovvero il thrille e il mistery. Inizierei col citarvi “La figlia della lupa” romanzo d’esordio di Barbara Aversa pubblicato l’anno scorso da D Editore.

Altro romanzo che promette essere ricolmo di mistero è “Una regata mortale” pubblicato l’anno scorso da Edizioni Le Assassine (un nome, una garanzia). La nazionalità dell’autrice, Editha Aceituna Griffin, non è l’unica cosa spiccatamente inglese in questo giallo che richiama molto le atmosfere di “Downton Abbey”.


Racconti

Ovviamente non potevano mancare le raccolte di racconti, ma mi sono trattenuta e ne ho prese solo un paio di libri (estremamente differenti tra loro). Questa volta ho voluto spaziare e uscire decisamente dalla mia comfort zone con “Psicoporno” una raccolta di storie erotiche scritta a tre mani e pubblicata dalla Buendia Book.

Mentre il volume di chiusura di questo articolo è la raccolta di storie soprannaturali “Il vento nel cespuglio di rose” scritto da M.E. Wilkins Freeman e pubblicato sempre dalla Black Dog (la stessa di “Un moderno mefistofele”).


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TOP E FLOP del 2022 (meglio tardi che mai)

Avevo promesso che sarei tornata con altri articoli a tema riassunti-e-conclusioni dell’anno libroso e, incredibile ma vero, sono riuscita (inaspettatamente) a mantenere la promessa… con un ritardo a dir poco imbarazzante visto che ormai è quasi febbraio, ma meglio tardi che mai, no? Consoliamoci con questa flebile convinzione…

Il 2022 è stato un anno molto pieno a causa dello studio e la lettura ne ha risentito, ma nonostante ciò la conta finale è stata comunque soddisfacente: 35 libri. Anche sotto l’aspetto più importante, ovvero quello della qualità, non sono stata meno fortunata: a parte qualche delusione immensa, in generale ho avuto un anno ricco di belle letture.

Questo articolo è una storta di resa dei conti dedicata alle mie tre letture top e a quelle tre flop di quest’anno. Conclusa questa piccola introduzione, andiamo a ripercorrere le tappe più significative di quest’anno.


Gennaio

FLOP: Ventimila leghe sotto i mari

Autore: Jules Verne

Casa editrice: Feltrinelli

Genere: classico, fantascientifico

Pagine: 467

Prima pubblicazione: 1870

Titolo originale: Vingt mille lieues sous les mers: Tour du monde sous-marin

Gradimento personale: 3/5 ⭐️

Recensione completa

In breve

Un grande classico che purtroppo non è riuscito a coinvolgermi. A mio avviso eccessivamente didascalico nelle numerose descrizioni e abbastanza prevedibile nei suoi risvolti. Indubbiamente si tratta di un pilastro della letteratura, ma purtroppo non si è rivelato adatto a me.


Aprile

TOP: Cose spiegate bene. A proposito di libri

Autore: autori vari

Illustratore: Giacomo Gambineri

Casa editrice: Iperborea

Genere: saggistica

Pagine: 238

Prima pubblicazione: 2021

Titolo originale: Cose spiegate bene. A proposito di libri

Gradimento personale: 5/5 ⭐️

Recensione completa

In breve

Un saggio semplice e frizzante, capace di delineare le coordinate principali del mondo dell’editoria. Una lettura estremamente interessante, stimolante e perfetta per chi vuole iniziare a farsi un’idea sul settore.

TOP: La scatola delle ballate morte

Autrice: Ludovica Rovi

Casa editrice: amazon publishing

Genere: romanzo psicologico, narrativa

Pagine: 201

Prima pubblicazione: 2021

Titolo originale: La scatola delle ballate morte

Gradimento personale: 5/5 ⭐️

Recensione completa

In breve

Romanzo d’esordio di una giovane e ancora sconosciuta autrice italiana. Sebbene a tratti la narrazioni scivoli un poco in certi passaggi, si è trattata di una magnifica scoperta per me. Un testo davvero bello e che rileggerei con grande piacere.


Luglio

TOP: Caver Cauntry. Il mondo di Raymond Carver

Testi di Raymond Carver

Fotografie di Bob Adelman

Postfazione di Tess Gallagher

Casa editrice: Einaudi

Genere: libro fotografico

Pagine: 200

Prima pubblicazione: 1990

Titolo originale: Carver Country. The World of Raymond Carver

Gradimento personale: 5/5 ⭐️

Recensione completa

In breve

Di questo libro ve ne ho già parlato un miliardo di volte: un testo stupendo. Un volume perfetto per chi, come me, ama profondamente Carver e desidera immergersi ulteriormente nella vita e nella mente di questo grande autore; tuttavia, credo possa rivelarsi un testo molto interessante anche per coloro che non hanno troppa familiarità con questo scrittore.


Agosto

FLOP: Incubo

Autore: Wulf Dorn

Casa editrice: TEA

Genere: thriller psicologico

Pagine: 354

Prima pubblicazione: 2015

Titolo originale: Die Nacht gehort den Wolfen

Gradimento personale: 2/5 ⭐️

Recensione completa

In breve

So di essere spietata a dirlo… ma l’unico “incubo” qui è la lettura di questo romanzo. Ho trovato questo volume estremamente noioso, monotono, prevedibile e banale sia a livello contenutistico che stilistico. Praticamente nulla è riuscito a convincermi, né lo stile né la trama in sè e nemmeno i persoaggi si salvano.


Dicembre

FLOP: Il gatto che voleva salvare i libri

Autore: Sosuke Natsukawa

Casa editrice: Mondadori

Genere: narrativa giapponese, romanzo fantastico

Pagine: 177

Prima pubblicazione: 2020

Titolo originale: 本を守ろうとする猫の話

Gradimento personale: 2/5 ⭐️

Recensioni completa

In breve

Qui mi ritrovo costretta a ripetere un poco lo stesso commento fatto al libro precedente: questa lettura è un grande no. L’unico aspetto che si salva è lo stile perchè l’ho trovato scorrevole e gradevole, ma tutto il resto… la trama si è rivelata essere abbastanza piatta e puntellata di commenti moraleggianti quanto banali, quasi irritanti.


Chiacchiere librose

MY YEAR IN BOOKS, Goodreads

Ormai siamo arrivati al termine della seconda settimana di gennaio, forse un filiiiiiino in ritardo per questo tipo di articoli, ma purtroppo, essendo in piena sessione, non ho avuto modo di pubblicarlo prima. Quindi, chiuso un occhio sulla questione tempistiche, passiamo al nostro articolo.

My year in books: chi tra voi conosce già l’applicazione Goodreads sa bene di cosa sto parlando, se invece tutto ciò vi è alieno adesso vi spiegherò brevemente di cosa si tratta. Goodreads è un social per lettori, molto utile per chi vuole tenere traccia delle proprie letture e condividere le sue recensioni. Ogni anno viene lanciata una sfida di lettura dove, coloro che vogliono aderire, impostano un obiettivo da raggiungere, ovvero un numero di libri da leggere entro la fine dell’anno. Man mano che i vari volumi vengono letti la conta si aggiorna, offrendo anche una serie di informazioni aggiuntive (che troverete qui sotto).

Ed eccoci arrivati al punto. Con questo articolo vorrei condividere il mio anno in libri anche qui sul blog, riportando tutte le varie nozioni e informazioni librose offertemi da Goodreads. Ogni anno aderisco con grande piacere a questa sfida, trovando in essa un gioco estremamante stimolante.

Prima di iniziare con l’articolo vero e proprio, vi lascio qui il mio profilo di Goodreads, nel caso vogliate passare anche lì a farmi un saluto.


Numero di pagine e di libri letti:

Per quanto riguarda al numero di pagine lette in totale quest’anno, siamo a 9.873. Ovviamente non è un valore esatto al 100% perché spesso la numerazione della pagine dei vari libri letti è approsimativa e inesatta. Ma comunque ci aiuta a farci un’idea.

Per quanto riguarda il numero dei libri letti, qui andiamo sul sicuro, sono 35. L’obiettivo dell’anno scorso era di leggerne almento 48, ma nonostante non ci sia riuscita sono molto soddisfatta del risultato raggiunto. Quest’anno ho deciso di abbassare un filino l’asticella e di pormi un obiettivo, sì stimolante, ma un filino più accessibile per quello che è il tempo libero che ho a disposizione: punto ai 40 libri.

Il più breve e il più lungo tra i libri letti:

Come libro più breve abbiamo “Cadrà dolce la pioggia e altri racconti” di Ray Bradbury con le sue 78 pagine, di cui potete trovare la recensione qui.

Per il libro più lungo abbiamo “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara che, con le sue 1091 pagine, credo sia uno dei libri più lunghi che abbia mai letto. Potete trovare la recensione qui.

Lunghezza media dei libri e gradimento medio:

La lunghezza media (sicuramente non esatta, ma utile per darci un’idea generale) dei libri letti quest’anno si aggira intorno alle 282 pagine di lunghezza. Mentre il mio gradimento medio dei libri letti è circa 3,7/ 5 ⭐️.

Il libro più popolare e quello meno conosciuto (su Goodreads):

Il libro più popolare di quest’anno è “Il grande Gatsby”, un magnifico grande classico di cui ho ascoltato l’audiolibro e del quale potete trovare la mia recensione qui.

Come libro meno conosciuto sulla piattaforma abbiamo “Lucio” di Raffaele Franciò, secondo libro di un autore esordiente ma molto promettente; potete trovare la recensione qui.

Libro con la valutazione più alta (su Goodreads):

Tra quelli letti da me quest’anno, il libro che è stato maggiormente apprezzato dagli altri utenti di Goodreads è “Carver Country. Il mondo di Raymond Carver”. Non posso che trovarmi d’accordo con questo diffuso apprezzamento, non a caso si è rivelato uno dei miei libri preferiti del 2022. Potete trovare la mia recensione qui.

Primo e ultimo libro letto nel 2022:

Il 2022 si è apaerto con “Gli indiferenti” di Alberto Moravia, libro letto per un esame dello scorso anno e rivelatosi una piccola (tragica) perla; potete trovare la mia recensione qui.

Al contrario della magnifica sorpresa avuta lo scorso gennaio, l’anno si è concluso con una terribile delusione librosa con “Il gatto che voleva salvare i libri”, del quale ho parlato a lungo (e male…) in questo articolo.


Chiacchiere librose, Dark fantasy, Fantasy, Recensioni del Gatto in Libreria

GERALT DI RIVIA: recensione di una saga mai terminata

Ho iniziato a leggere la saga fantasy di Geralt di Rivia (scritta dall’autore polacco Andrzej Sapkowski) ormai quasi tre anni fa, a fine gennaio 2020. Anche se a rilento, ero sempre decisa a terminare tutti gli otto volumi che componevano questa serie… eppure oggi, a fine 2022, ho deciso inevitabilmente di rinunciare a due libri dalla fine.

Perchè, viste le premesse e tutte le mie buone intenzioni, ho abbandonato questa lettura? La risposta è illuminante quanto banale: le saghe non fanno per me. Ci sono quei lettori che, quando si appassionano, si leggono tutti e 20 i libri che compongono la saga principale, tutti i 15 spin off e pure i 17 prequel… e sinceramente li invidio per la loro fedeltà, ma non fa decisamente per me. Io, molto semplicemente, faccio parte di quei lettori che ricercano l’eterogeneità e che, per divertirsi con la lettura, hanno bisogno di storie diverse, generi diversi, personaggi e ambientazioni diversi… quindi, nel mio caso, arrivata al sesto volume della saga di Geralt, semplicemente, ho perso interesse.

Tuttavia, mi dispiaceva interrompere così bruscamente la lettura, senza nemmeno dare una spiegazione. Da qui è nata l’idea di scrivere questo articolo, per fare una sorta di piccola recensione riassuntiva dei volumi letti.


Mini recensione della saga di Geralt di Rivia

Primo e secondo volume: Il guardiano degli innocenti e La spada del destino

Questi due sono i primi veri volumi della saga. Specifico che sono i primi perché, essendo delle raccolte di racconti, spesso vengono ignorati… eppure, sono essenziali per poter cogliere i romanzi successivi visto che, con queste storie, vengono introdotti sia i personaggi che le premesse essenziali sulle quali si fonderanno tutti gli altri libri.

Devo dire che questi sono tra i libri che mi sono piaciuti maggiormente, soprattutto il secondo “La spada del destino” che ho trovato particolarmente intrigante.

Terzo e quarto volume: Il sangue degli elfi e Il tempo della guerra

Adesso passiamo ai primi romanzi veri e propri che qui recensirò in coppia perché entrambi, purtroppo, non mi sono piaciuti granché.

Più che storie fatte e finite, mi sono sembrate due infinite introduzioni, premesse senza capo né coda necessarie per porre le basi dei romanzi successivi.

Quinto e senso volume: Il battesimo del fuoco e La Torre della rondine

Dopo due volumi che ho trovato decisamente soporiferi, finalmente la storia torna a dare il meglio di sè con due libri adrenalinici che mi hanno fatta stare incollata alle pagine.

In particolar modo è stato “La Torre della rondine” ha farmi tentennare sulla mia scelta di abbandonare o meno la saga perché si è trattata di un volume adrenalinico e magnificamente intricato nei suoi vari complotti e colpi di scena.

Ultimo volume e spin off: La signora del lago e La stagione delle tempeste

Ed eccoci giunti ai due volumi finali che non ho letto e che, per ovvi motivi, non recensirò.

Mi limito solo a dire che “La signora del lago” è l’effettivo volume di chiusura della saga, mentre “La stagione delle tempeste” è uno spin off ambientato prima degli eventi narrati ne “Il sangue degli elfi”.

Ho sintito molti pareri estremamente positivi sul primo volume, ma purtroppo non si può dire altrettanto su questo secondo.


Chiacchiere librose

FOGLIE GIALLE E LIBRI IN TINTA: qualche consiglio per l’autunno

Ah l’autunno… quando il freddo inizia ad arrivare, il buon lettore ha una scusa in più per chiudersi in casa, sotto le coperte e davanti a un camino acceso, e gustarsi la compagnia di un bel libro. Ma autunno non è soltanto cioccolata calda e foglie secche, questi mesi bui e gelidi che precedono l’inverno hanno un fascino tutto loro, malinconico, inquietante e assolutamente perfetto per immergersi nelle letture più creepy.

In questo articolo a tema ho provato a darvi qualche consiglio abbastanza eterogeneo sia per quanto riguarda i generi toccati che per la nazionalità delle autrici e degli autori coinvolti (abbiamo: Italia, Argentina, Francia, Cile e America). Il criterio di scelta è stato abbastanza semplice, ovvero quali libri secondo me sono più belli se letti nell’atmosfera di ottobre o di novembre.


1. Il suggeritore, Donato Carrisi

Autore: Donato Carrisi

Casa editrice: TEA

Genere: thriller psicologico, letteratura italiana

Pagine: 462

Prima pubblicazione: 2009

Titolo originale: Il suggeritore

Perchè lo consiglio:

Quale libro migliore da leggere davanti a un bel camino, avvolti dalle ombre tremolanti che proietta sul muro? In quest’atmosfera cupa non si può leggere che un bel thriller inquieto e misterioso come “Il suggeritore” di Donato Carrisi. Si tratta di un libro che ho letto molto tempo fa, ma che ricordo ancora con grande piacere per le sue atmosfere buie e per gli infiniti compi di scena contenuti praticamente in ogni capitolo.


2. Le cose che abbiamo perso nel fuoco, Mariana Enriquez

Autrice: Mariana Enriquez

Casa editrice: Marsilio

Genere: raccolta di racconti, realismo macabro, horror, letteratura argentina

Pagine: 199

Prima pubblicazione: 2016

Titolo originale: Las cosas que perdimos en el fuego

Perchè lo consiglio:

Sempre restando a tema di fuoco, ombre e stanze semi-illuminate, altra lettura che vi consiglio è “Le cose che abbiamo perso nel fuoco” di Mariana Enriquez. Questo è il libro perfetto da leggere ad Halloween, una raccolta di storie horror che vi terranno compagnia per tutta la notte (e anche per quelle successive…).


3. Cambiare l’acqua ai fiori, Valerie Perrin

Autrice: Valerie Perrin

Casa editrice: edizioni e/o

Genere: narrativa, letteratura francese

Pagine: 476

Prima pubblicazione: 2018

Titolo originale: Changer l’eau des fleurs

Perchè lo consiglio:

Ora, invece, abbandoniamo i tepori domestici e usciamo di casa per goderci la pioggerellina tipica della stagione. Odore ti terricci umido, nuvole grigie perforate da qualte timido raggio di sole, goccie di pioggia… quale clima migliore per leggere un libro come “Cambiare l’acqua ai fiori”. Se cercate un libro nato per essere letto proprio a novembre, eccovi accontentati perché con le sue atmosfere intense e malinconiche, questo titolo è la perfetta rappresentazione di un mese inquieto e freddo, ma che in se nasconde momenti di inaspettato calore.


4. La casa degli spiriti, Isabell Allende

Autrice: Isabel Allende

Casa editrice: Feltrinelli

Genere: realiamo magico, romanzo storico, saga familiare, letteratura cilena

Pagine: 480

Prima pubblicazione: 1982

Titolo originale: La casa de los espíritus

Perchè l’ho scelto:

“La casa degli spiriti” è stato per molti anni uno dei miei libri preferiti, una saga familiare che unisce accadimenti storici a elementi magici fondendoli assieme fino a renderli quasi indissolubili. Un clima mistico, fantastico e sospeso sul filo della realtà e della morte esattamente come questa stagione ricca di suggestioni, ombre e misteri.


5. Revolutionary Road, Richard Yates

Autore: Richard Yates

Casa editrice: Minimum fax

Genere: narrativa, dramma domestico, letteratura americana

Pagine: 439

Prima pubblicazione: 1961

Titolo originale: Revolutionary Road

Perchè l’ho scelto:

Se “Cambiare l’acqua ai fiori” è la versione romanzo di novembre, allora “Revolutionary Road” è la perfetta rappresentazione in carta e inchiostro dell’autunno stesso e, in particolar modo, della sua fine. Premetto che ho amato alla follia questo dramma familiare e che non mi stancherò mai di consigliarlo in ogni occasione possibile, ma perché ne sto parlando proprio in questo articolo? Questo libro è la storia di una rivoluzione fallita, del misero tentativo di due individui di provare a cambiare vita senza però riuscirci… All’inizio i protagonisti sono ricchi di speranza e del desiderio di rinascere, ma poi, così come inevitabilmente arriva l’inverno, i protagonisti cadono nella disillusione fino a rinunciare a tutti i propri sogni, perdendo i colori, i profumi e gli ultimi raggi di sole della stagione.

Chiacchiere librose

SI RITORNA A CASA: riassunto delle mie letture estive

L’estate è finita ed è giunto il momento di tirare le nostre somme librose. Devo confessare che in questi mesi non ho letto quanto avrei voluto, presa dallo studio e da mille altre attività… e devo anche aggiungere che i libri letti non sono stati di grande impatto, esclusi quelli citati in questo articolo. Insomma, un’estate abbastanza deludente, ma non demoralizziamoci perché le letture che mi sono piaciute hanno assolutamente superato le mie aspettative.

In questo articolo troverete la top three delle mie letture estive, più un rapido elenco delle altre letture fatte (non preoccupatevi, di tutti questi libri ho già scritto e pubblicato una recensione, nel caso foste interessati ad approfondire).


1. Carver Country

Testi di Raymond Carver

Fotografie di Bob Adelman

Postfazione di Tess Gallagher

Casa editrice: Einaudi

Genere: libro fotografico

Pagine: 200

Prima pubblicazione: 1990

Titolo originale: Carver Country. The World of Raymond Carver

Gradimento personale: 5/5 ⭐️

Recensione completa

Un parere veloce:

Per chi, come me, è fan di Raymond Carver questo libro sarà una meraviglia, una rivelazione, un modo per scoprire le pieghe più intime e nascoste di un autore straordinario e profondo (nella sua superficialità solo apparente). Ma penso possa trattarsi di una lettura estremamente interessante anche per chi non è un suo grande lettore, perché i frammenti di vita che riporta questo libro possono rivelarsi spunti sorprendenti per chiunque.


2. La voce dell’acqua e Il cercatore di bolle

Autore: Stefano Mazzesi

Genere: mistero, soprannaturale, racconti

Casa editrice: Clown Bianco

Pagine: 85

Prima pubblicazione: 2018

Titolo originale: La voce dell’acqua, Il cercatore di bolle

Gradimento personale: 4/5 ⭐️

Recensione completa

Un parere veloce:

Due racconti abbastanza brevi dalle tinte cupe e soprannaturali. Ho amato l’originalità dell’autore, sebbene in certi passaggi non abbia condiviso alcune sue scelte narrative. Un libro breve, ma d’impatto, inquieto e misterioso. Una lettura perfetta per curare il blocco del lettore.


3. Primo sangue

Autrice: Amélie Nothomb

Casa editrice: Voland

Genere: narrativa biografica

Pagine: 117

Prima pubblicazione: 2021

Titolo originale: Premier sang

Gradimento personale: 4/5 ⭐️

Recensione completa

Un parere veloce:

Si tratta del primo libro che leggo di questa autrice e devo dire che mi ha assolutamente incuriosita, infatti ho già puntato ad altri suoi titoli. Anche qui abbiamo un libro molto breve, ma capace di tenere incollato il lettore alle sue pagine.


Le mie altre letture estive:

  1. I resti di lei, Neil Cross: 3,5/5 ⭐️ – recensione
  2. Le sette morti di Evelyn Hardcastle, Stuart Turton: 3,5/5 ⭐️ – recensione
  3. Congo, Michael Crichton: 3,5/5 ⭐️ – recensione
  4. Se bruciasse la città, Massimiliano Smeriglio: 3/5 ⭐️ – recensione
  5. Lucio, Raffaele Franciò: 2/5 ⭐️ – recensione
  6. Incubo, Wulf Dorn: 2/5 ⭐️ – recensione
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SONO ANCORA VIVA: aggiornamenti di lettura

Ebbene sì… sono viva, non sono deceduta, il caldo e la sessione di settembre non mi hanno ancora uccisa, semplicemente ero in vacanza. Ma ora son tornata, quindi direi che è arrivato il momento di tornare a farmi viva sul blog dopo un’assenza durata più di due settimane.

Confesso di non aver troppo da raccontare perché, tra i miei ritmi naturalmente lenti e il fatto che ero sempre in giro a fare la turista, non ho letto moltissimo (si tratta di un modo velato per dire che passerà ancora del tempo prima che riprenda a pubblicare recensioni), ma non disperate perché qualcosa di cui scrivere lo si trova sempre.

Vista la situazione, mi sembrava carino parlare un poco delle mie attuali letture in corso offrendo delle mini recensioni e pareri a caldo su quanto sto leggendo in questi giorni, giusto per rompere un poco il ghiaccio prima del mio rientro vero e proprio.

Conclusa questa breve introduzione, direi che possiamo iniziare.


1. Io e Dewey

Autrici: Vicki Myron e Bret Witter

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Genere: narrativa contemporanea

Pagine lette: 82/279

Prima pubblicazione: 2008

Titolo originale: Dewey

Cosa ne penso per ora:

Inizialmente mi era parso un libro abbastanza banale, un po’ troppo smieloso e piatto, ma dopo qualche decina di pagine mi sono dovuta ricrede. “Io e Dewey” non è la semplice storia di un gatto, ma è la storia del gatto che ha saputo aiutare nel suo piccolo un’intera cittadina colpita da una forte crisi. Un libro semplice, diretto, genuino e capace di toccare le corde giuste. Per il momento il mio parere è positivo.


2. Se bruciasse la città

Autore: Massimiliano Smeriglio

Casa editrice: Giulio Perrone Editore

Genere: narrativa contemporanea

Pagine lette: 253/287

Prima pubblicazione: 2021

Titolo originale: Se bruciasse la città

Cosa ne penso per ora:

Ho praticamente quasi finito il libro, quindi non mi soffermerò troppo su di esso visto che a breve (relativamente parlando) uscirà la recensione vera e propria. Come libro l’ho trovato molto altalenante: a tratti entuasiasmante, ma anche molto paludoso in certi punti. Un libro senza particolari difetti, questo sì, però anche privo di particolari pregi.


3. Profumo di cioccolato

Autrice: Kathryn Littlewood

Casa editrice: Mondadori

Genere: fantasy per bambini e ragazzi

Pagine lette: 108/254

Prima pubblicazione: 2012

Titolo originale: Bliss

Cosa ne penso per ora:

L’idea alla base del libro, ovvero le vicende di una famiglia di maghi pasticcieri, è veramente adorabile e graziosa… non penso ci siano altri modi per descrivere questo libro che trasmette tanta dolcezza e simpatia. Si tratta di un libro per ragazzi adatto anche a quei lettori adulti che hanno bisogno di far riposare un poco la tesa con una lettura leggera.

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IPERBOREA: we, the readers

L’estate non porta solo caldo, zanzare ed esami universitari; incredibile ma vero, durante i mesi estivi succedono anche cose belle e una di queste è l’esplosione delle borse omaggio delle case editrici.

Immagine presa dal profilo Instagram di Iperborea

Solitamente non mi hanno mai interessata queste occasioni estive, ma nell’ultimo periodo ho sviluppato una sorta di amore morboso nei confronti delle sacche di tela a tema letterario, quindi quest’anno ho voluto approfittarne. Tra tutte le varie offerte disponibili al momento ho deciso di approfittare di We, the readers, quella dell’Iperborea. Si tratta una casa editrice che ho conosciuto grazie al saggio “Cose spiegate bene. A proposito di libri” (qui potete trovare la mia recensione) e che ho rincontrato di recente al Salone del libro di Torino. In entrambe le occasioni mi ha fatto un’ottima impressione e quindi ho deciso di prendere due piccioni con una fava: ampliare il mio catalogo Iperborea e accaparrarmi la loro borsa.

Prima di dirvi quali libri ho acquistato, mi prendo qualche riga per parlarvi un po’ della borsa in questione. La sto usando con molta frequenza da una decina di giorni ormai, e me ne sono innamorata. Estetica stupenda, materiali ottimi, resistenza ottima, molto capiente e pure con un paio di tasche interne. Solitamente le borse omaggio sono una semplice sacca di tela con due manici di spago destinata a decomporsi nel giro di due giorni, ma quella dell’Iperborea è una Signora borsa. Nel caso foste interessati solo alla borsa in sè e non all’acquisto dei libri, sappiate che finito il periodo di promozione (1/7 – 31/7) la sacca resterà acquistabile al prezzo pieno di 12 euro.

Bene, adesso possiamo passare agli affari librosi; ecco i libri che ho acquistato approfittando di questa piccola promozione.


Campo di pietra

Autore: Tove Jansson

Genere: narrativa contemporanea

Pagine: 118

Prima pubblicazione: 1984

Titolo originale: Stenåkern

Trama:

Per il giornalista Jonas, una breve vacanza con le figlie tra i boschi, il mare e le pietre brulle delle isole Aland è un’occasione per lavorare in pace alla biografia di un detestato magnate dei media chiamato semplicemente «Y»: vero e proprio corruttore di parole, pronto a usarle per creare scandali e facile patetismo, è la nemesi di Jonas, che per tutta la vita le ha curate, perché fossero sempre chiare, aderenti ai fatti, inscalfibili, come la pietra del misterioso campo dietro la casa estiva. Eppure, come il campo, quell’ossessione per la parola rischia di diventare arida e sterile: ha ormai allontanato Jonas dalla famiglia e dagli altri, che lui ha sempre vessato perché fossero precisi e non si ripetessero. Vedovo, con la moglie aveva già rotto da tempo, di amici non ne ha e solo le due figlie, Karin e Maria, cercano ancora di avvicinarlo, invitandolo in vacanza con loro. E se in quei giorni non riesce a scrivere come vorrebbe, una quotidianità più leggera e più semplice può comunque aiutarlo a schiarirsi le idee, a interessarsi finalmente alla sensibile Maria, a trovare spazio per l’amicizia dopo una vita in isolamento. Il manoscritto della biografia che si porta sempre dietro diventerà così lo specchio in cui osservare se stesso, i propri errori e i propri fallimenti, per provare, tardivamente e senza sapere come, a fare ammenda. Identificandosi con lo sguardo del suo protagonista, Tove Jansson racconta della solitudine degli scrittori e della vocazione che si fa ossessione, della ricerca delle parole più giuste e della lotta contro il loro abuso.


Piccoli suicidi tra amici

Autore: Arto Paasilinna

Genere: narrativa contemporanea

Pagine: 264

Prima pubblicazione: 1990

Titolo originale: Hurmaava joukkoitsemurha

Trama:

Un bel mattino Onni Rellonen, piccolo imprenditore in crisi, e il colonnello Hermanni Kemppainen, vedovo inconsolabile, decidono di suicidarsi. Il caso vuole che i due uomini scelgano lo stesso granaio per mettere fine ai loro giorni. Importunati dall’incontro fortuito, rinunciano al comune proposito e si mettono a parlare dei motivi che li hanno spinti alla tragica decisione. Pensano allora di fondare un’associazione dove gli aspiranti suicidi potranno conoscersi e discutere dei loro problemi. Pubblicano un annuncio sul giornale. Il successo non si fa attendere, le adesioni sono più di seicento. Dopo un incontro al ristorante, decidono di noleggiare un autobus e di partire insieme. Inizia così un folle viaggio attraverso la Finlandia…

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Diario di un SalTO: come diventare poveri in un solo giorno

Era da anni, da quando frequentavo ancora il liceo, che non visitavo il Salone del libro di Torino, ma quest’anno sono riuscita a divincolarmi tra i miei impegni, salire su un treno senza perdermi (più o meno) e raggiungere la fiera. L’ho visitata il lunedì 23, l’ultimo giorno disponibile, e devo ammettere di aver fatto davvero bene perché sono riuscita a visitare la maggior parte degli stand con calma evitando la calca dei giorni di punta.

Oltre a visitare le grandi realtà editoriali, ne ho approfittato per scoprire tutte quelle valide case editrice che sono troppo piccole per riuscire a raggiungere con frequenza le librerie nazionali. Ho esplorato il volto nascosto dell’editoria, se così si può dire… e ciò che ho visto mi è piaciuto, mi è piaciuto molto…

Dato che, quando si parla di libri, l’idea di cadere in povertà mi alletta parecchio, ho comprato moltissimi volumi dai vari stand che ho visitato. Essendo così tanti, e non avendo ancora avuto modo di leggerne nessuno, mi sembra controproducente farvi il semplice elenco dei testi presi, così ho deciso di selezionarne tre e di parlarvene in maniera abbastanza approfondita. Questa è una selezione fatta per motivi logistici, per evitare di scrivere un papiro al posto di un semplice articolo, perchè fosse per me parlerei di ogni singolo volume.

Chiarito ciò, in base a quali criteri ho attuato questa selezione? Il primo è il livello della casa editrice, quindi ho selezionato quelle che mi sono sembrate più valide, il secondo è molto banale, ovvero quanto mi ispira il libro a livello personale.


1. FIUMI, Del Vecchio Editore

Autore: Martin Michael Driessen

Casa editrice: Del Vecchio Editore

Genere: raccolta di racconti

Pagine: 170

Anno dell’edizione: 2 luglio 2020

TRAMA

Un attore alcolizzato ridiscende un fiume impetuoso combattendo allo stesso tempo contro la corrente e contro i demoni che minacciano di allontanarlo dalla sua stessa vita. Due ragazzi molto diversi tra loro, ma legati da un profondo affetto reciproco, sognano di poter vivere vite diverse, meno piccine. Sognando un viaggio che conduca alla fine del fiume, oltre i confini conosciuti, o la libertà di esplorare un sentimento tanto vero e giusto quanto sconveniente, i due ragazzi seguiranno il corso del fiume, impotenti di fronte allo scorrere di questo come all’incombere della Storia. In una valle che appare incontaminata e fuori dal tempo, due famiglie, divise dalla religione come da un fiume senza nome, combattono una faida antica senza inizio né fine. Questi tre racconti spaziano tra tempi e luoghi diversi, ma sono connessi e sostenuti dall’imprevedibilità e dalla languida bellezza dei fiumi. Con una coralità degna di un romanzo, i personaggi tracciano percorsi narrativi che procedono da una dimensione intima e individuale ad una collettiva, fanno di ogni istanza privata una questione universale, sfuggendo quindi ad ogni banale spinta ombelicale.

PERCHè L’HO SCELTO?

Ciò che mi ha colpito di più di questa casa editrice è stato il vedere un catalogo così ricco di raccolte di racconti, un genere che viene spesso snobbato perché poco appetibile a livello commerciale. Quella di pubblicare molte raccolte è una scelta coraggiosa, controcorrente e che mi ha colpito moltissimo. Oltre a ciò mi ha colpito la grande qualità della copertina, sia dal punto di vista della materia che della grafica (anche questa è una rarità nel panorama delle CE emergenti). Ultimo elemento che mi ha fatta innamorare è stato il fatto che gli addetti conoscessero a memoria ogni singolo aspetto dei loro volumi (e non sto scherzando se dico che quasi mi sono messa a interrogarli), e questo mi ha fatto intuire quanta attenzione e cura mettessero nel loro lavoro.


2. MA COME FANNO I PESCI ROSSI A GIRARE IN UNA BOCCIA DI VETRO SENZA IMPAZZIRE?, Stocazzo Editore

Autore: Maurizio Sbordoni

Casa editrice: Stocazzo editore

Genere: narrativa contemporanea italiana

Pagine: 232

TRAMA

Quando Silvana si ammala di quello che gli psichiatri definiscono genericamente “psicosi”, sua figlia Simona e il genero Maurizio, per evitare di impazzire con lei, utilizzano ogni via di fuga per troncare i deliri paranoici della donna. Perché una malattia mentale coinvolge a tal punto la famiglia del malato da rischiare di portarsi appresso tutti, come mobili da giardino dopo un uragano: dal cane al gatto, dalla figlia alle badanti, dai vicini di casa al genero. Tutti sull’orlo del baratro, del quale Maurizio ci racconta, con disincantata e politicamente scorretta ironia, di una famiglia che si stringe attorno alla suocera, di una figlia ritrovata, di un padre egoista e di due sorelle ego-riferite, tra speranze di guarigione, ricoveri coatti, scene surreali e una folle via crucis in cerca di una struttura idonea che aiuti tutti a sopravvivere. Il racconto scanzonato ma non per questo meno veritiero di una famiglia che saltella senza rete di protezione sul sottilissimo filo che demarca i sani dai folli.

PERCHè L’HO SCELTO?

Qui abbiamo a che fare con un editore tuttofare, letteralmente: Maurizio Sbordoni è scrittore, revisore, editore e pure promotore dei suoi libri. Giusto per restare in tema, penso che un bel “sticazzi” ci stia perfettamente. Sono molto curiosa di leggere questo libro per scoprire il mondo nascosto da un editore così singolare e sfaccettato.


3. LO ZIO CADAVERE, 8edizioni

Autore: Ian Macpherson

Casa editrice: 8tto edizioni

Genere: black comedy, mistero

Pagine: 288

Anno dell’edizione: 2021

TRAMA

Hayden McGlynn, cabarettista di quarantatré anni in difficoltà, come uomo di spettacolo sa bene che commedia e tragedia vanno spesso di pari passo. Tornato a Dublino per il funerale di suo zio Eddie, l’uomo che l’ha cresciuto, morto “nel fiore degli anni” – precisamente ottantasei – dopo aver notato una ferita sospetta sulla testa del defunto e la scala della cantina manomessa, conclude che Eddie è stato assassinato e inizia a indagare. Hayden è un detective improvvisato che, piuttosto di risolvere un crimine, preferirebbe dedicarsi al suo noir celtico, un romanzo poliziesco che è tale soltanto nella sua mente ma non sulla carta: nessuna storia, nessuna struttura, nemmeno l’incipit. Ad affiancarlo nelle indagini, tre eccentriche ziette e un narratore autoreferenziale, irresponsabile e invasivo, che perde spesso la trama – letteralmente! – per seguire personaggi secondari che interessano soltanto a lui. Dopo pochi giorni il cerchio sembra restringersi attorno agli improbabili indiziati, ma la verità si dissolve per ricomporsi in un quadro che sottrae a Hayden ogni certezza, ricompensandolo però con il miracolo dell’atto creativo. E la storia riparte esattamente dal punto in cui era cominciata. Un romanzo celtico-noir-fuori-di-testa in cui commedia e tragedia finalmente si prendono a braccetto senza farsi lo sgambetto a vicenda. È possibile che Macpherson abbia dato vita a un nuovo genere?

PERCHè L’HO SCELTO?

Questa casa editrice ha praticamente tutte le stesse caratteristiche e qualità che ho riscontrato nella Del Vecchio Editore: cura nei confronti del singolo volume, edizioni di qualità e magnifiche copertine. Il loro catalogo è ricco di nuove traduzioni di testi stranieri, recenti e datati, ignorati dai grandi editori e spesso dimenticati. Anche qui ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a una casa editrice piccola, ma con grandissime potenzialità.


Tutti gli altri…

Come detto all’inizio dell’articolo, ho parlato solo di questi tre volumi per motivi di spazio e ho selezionato le case che mi sembravano migliori da un gruppo dove ogni componente era comunque valido. Quindi, giusto per offrirvi qualche ultimo spunto, vi lascio l’eleco dei miei altri acquisti fatti; seppur breve e sintetico, vi consiglio ugualmente di buttere un occhio anche su questi titoli.

  1. Dracula. Love never dies, Natascia Luchetti, Delrai Edizioni
  2. Tutameia. Terze storie, Joao Guimarres Rosa, Del Vecchio Editore
  3. Transito, Aixa de la Cruz, Giulio Perrone Editore
  4. La voce dell’acqua e Il cercatore di bolle, Stefano Mazzesi, Clown Bianco Edizioni
  5. Il tocco di Persefone, Angela G. Todaro, Antonio Mandese Editore
Chiacchiere librose

W5 BOOKTAG: abitudini letterarie

Dopo quasi due settimane dall’ultima recensione, torno dalla landa dei morti con un nuovo articolo. Purtroppo questa mia assenza durerà ancora per un po’ perché sono molto presa dagli esami e questo ovviamente mi toglie tempo sia alla lettura che alla creazione di nuovi contenuti. Chiusa questa parentesi, eccoci tornati con una nuova chiacchiera librosa dedicata alle abitudini di lettura e, come sempre quando si parla di booktag, devo ringraziare Elisa di WriThings alla quale ho rubato l’idea (ma con amore, ovviamente); qui potete trovare l’articolo con le sue risposte a questo booktag.

Tornando a noi, questo articolo serve per rispondere alle 5W (ovvero alle 5 regole/domande alle quali una narrazione deve attenersi per essere completa) ma travisandole nell’ambito della lettura.


1. WHEN: momento preferto per leggere?

Il momento che preferisco è senza dubbio il mattino, dopo colazione e subito prima che un qualsiasi umano abbia la possibilità di interagire con me. Lo trovo il modo migliore per iniziare la giornata, anche se spesso e volentieri il tempo scarseggia già da appena svegli. Al contrario, la sera è un momento tragico. Sì, c’è più tempo ma si è anche molto più stanchi e spesso e volentieri mi capita di addormentarmi dopo aver letto tre pagine scarse.


2. WHERE: luogo preferto per leggere?

La poltrona vince assolutamente per comodità, ma purtroppo la mia è abbastanza lontana da una fonte di luce diretta e questo permette al letto, con la sua lampada da comodino, di essere un validissimo rivale. Questo è uno scontro mitologico e leggendario che va avanti da secoli e di cui gli esiti sono tutt’ora incerti…


3. WHAT: cosa ami trovare in un libro e cosa invece detesti?

Adoro i libri dove regna il mistero: ovunque c’è un segreto, lì troverete anche la mia più totale attenzione. Ma non mi riferisco soltanto a intrighi, morti o avvenimenti tragici (sebbene siano sempre graditi), quando parlo di mistero mi riferisco anche ai “libri pettegoli”. Il “libro pettegolo” è quel libro incentrato sul pettegolezzo, sullo scandalo, sui tradimenti da parte di amici e amanti, sul segreto scoperto dal vicino di casa che in quel momento passava di là… una cosa alla Bridgerton per intenderci (serie della quale, inutile dirlo, ho appena terminato trasposizione televisiva e iniziato il rispettivo audiolibro).

Ciò che invece detesto trovare in un libro è di stampo un po’ più tecnico, se così possiamo dire, perché gli elementi che non sopporto sono più legati alla prestazione dello scrittore piuttosto che al contenuto in sè. Con questo mi riferisco a molti aspetti ma soprattutto allo stile, a mio avviso il più importante. Non ne ho uno prediletto, ma in alcuni romanzi mi è capitato di leggere vere e proprie liste delle spese… l’anima di un libro è il suo stile e se questo è steriele, troppo acerbo o addirittura inestistente, state certi che non riuscirò ad apprezzare l’intero libro.


4. WHO: chi sono i 5 autori che hanno definito i tuoi gusti letterari?

Non ho degli autori prediletti, mi piace variare e sperimentare, ma ci sono alcuni nomi che ritornano con maggiore frequenza di altri e sono: Raymond Carver (raccolte di racconti), Donato Carrisi (romanzi thriller), Albert Camus (classici contemporanei), Isabel Allende (narrativa contemporanea con sfumature romantiche, talvolta storiche e una buona dose di realismo magico), Andrzej Sapkowski (saga fantasy di Geralt di Rivia).


5. WHICH: quali libri ti hanno reso il lettore che sei?

Paradossalmente (ma nemmeno troppo) è stata la scrittura, e non i libri che leggevo, a trasformarmi nella lettrice che sono ora. Quando ho deciso che avrei intrapreso la strada della scrittura ho capito che era essenziale imparare dagli altri e quindi leggere molto più di ciò che facevo all’epoca. Ovviamente ci sono stati alcuni libri che mi hanno aiutata in questo percorso di evoluzione indirizzando i miei gusti.

“La casa degli spiriti” è stato il primo libro che ho letto di Isabel Allende e che mi ha permesso sia di scoprire l’autrice che il realismo magico, un genere che all’epoca non conoscevo ma che mi ha influenzata e affascinata molto.

“Il guardiano degli innocenti”, il primo volume della Saga di Geralt di Rivia e mio primissimo approccio a una serie così lunga (composta da otto volumi, l’ho iniziata nel 2020 ed è ancora da terminare). Prima leggevo solo autoconclusivi o trilogie, con questo libro ho iniziato ad affaciarmi su un mondo inedito, quello delle lunghe serie, che prima tendevo a evitare.

“Le verità sepolte” di Angela Marsons mi ha aiutata a capire con chiarezza il tipo di libro che NON voglio assolutamente leggere. Mi ha aiutata ad aggiustare la mira, per così dire, ed evitare di cadere in quei titoli eccessivamente commerciali che solo in apparenza sembrano rispecchiare i miei gusti.