Recensione di “Cose strane”

Autrice: Alessandra Paoloni
Casa editrice: Delrai Edizioni
Genere: raccolta di racconti, horror, paranormale
Pagine: 395
Prima pubblicazione: 2020
Titolo originale: Cose strane
Gradimento personale: 4,5/5 ⭐️
Qual è secondo te Charlotte quella sottile invisibile demarcazione che solca di netto, o sembra farlo, la realtà dall’irrealtà, la vita dalla morte? Prima o poi tutti ci interroghiamo su questo eppure, se presti bene attenzione alla cosa, ti accorgi che in fondo tale linea non esiste, che un elemento è legato a un altro da un filo, come se esistenza e negazione della vita fossero un tutt’uno impercettibile ai nostri sensi.
Cose strane (High Wall), pag. 60-61
“Cose strane” è una raccolta di sei racconti medio-lunghi dai tratti cupi, inquieti e tetri. Si è trattato di un libro che mi è piaciuto davvero molto, alcuni racconti di più e altri di meno, ma nel complesso è stata una lettura inquietante ed estremamente apprezzata.
Dato che le storie contenute non sono molte, ci terrei a spendere qualche parola su ognuna di esse perché penso meritino molto; ovviamente senza fare spoiler, non preoccupatevi.
“High Wall” è il racconto d’apertura ed è stato uno dei miei preferiti (il secondo, se vogliamo essere precisi). Ciò che mi ha affascinata di questo testo è stata la magnifica gestione dei personaggi, in particola modo della protagonista che con estrema umanità ed emotività si è ritrovata ad affrontare una situazione a dir poco… strana, per restare in tema.
Il secondo racconto è “Membra con membra” che, nella sua brevità e delicatezza, si è rivelata essere una lettura perturbante e a tratti claustrofobica. Tuttavia, nonostante le magnifiche premesse e le indiscusse potenzialità di questo racconto, lo svolgimento in sè mi ha lasciata un filo delusa… devo ammettere che qualche pagina in più per approfondire e riprendere certe tematiche le avrei apprezzate molto. Lo stesso discorso vale per il terzo racconto,“Vendetta”: una storia che mi è certamente piaciuta e dall’incipit molto accattivante, ma dalla quale mi sarei aspettata qualcosina di più alla fine.
Il quarto racconto, “Seconda porta a sinistra”, è stato in assoluto il mio preferito e anche qui, come per “High Wall”, il merito è stato dei personaggi e, di nuovo, soprattutto della protagonista. Si tratta della classica storia di una casa infestata, assolutamente nulla di originale… eppure Paoloni ha saputo costruire dei personaggi talmente tanto vivi e tridimensionali che era praticamente impossibile non farsi coinvolgere dalle vicende e immedesimarsi in loro. E si tratta del racconto che ho apprezzato di più proprio per questo motivo: l’autrice ha saputo rendere freschi e interessanti i classici topos visti e rivisti del genere.
“Dimness – Nella penobra” è la penultima storia della raccolta, quella dalle sfumature più romantiche. Anche questo racconto l’ho apprezzato moltissimo ma, per quelli che sono i miei gusti, non ho particolarmente gradito la preponderante vena rosa del testo. Ciò non toglie che l’ho gradito nonostante uscisse un po’ dalla mia confort zone.
E concludiamo la raccolta con “Semper Eadem”. Sarò sincera, il finale di questo non l’ho proprio gradito, anzi, ho trovato deturpasse l’intero racconto; a parte la conclusione, il testo in sè mi è piaciuto davvero molto e mi ha veramente affascinata.
In generale mi sento vivamente di consigliare “Cose strane” agli amanti dell’horror e del sovrannaturale, perché sono certa che non ne resteranno delusi. E lo consiglio anche a coloro che non sono troppo avvezzi alle raccolte perché lo ritengo un buon inizio per avvicinarsi al genere.
