Recensione di “L’istante largo”

Titolo: L’istante largo
Autore: Sara Fruner
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Genere: narrativa
Pagine: 286
Prima pubblicazione: 2020
Gradimento personale: 5/5 ⭐️
Tutti abbiamo una bomba ad orologeria dentro. […] Forse il ticchettio si zittisce se vivi il momento. Forse sta tutto lì. Vivere il momento. […] La paura del fuoco non deve oscurare la bellezza dei falò.
Il protagonista, un ragazzo di 15 anni, ci descrive la sua vita quotidiana con una “nonna” che non può parlare a causa di un problema alla faringe e che quindi comunica con lui solo tramite dei biglietti speciali, e ci apre la porta alla casa di Rocìo Sanchez, che profuma di pittura, arte, vita e diversità.
La storia narrata ruota attorno al protagonista che cerca di scoprire chi, tra le donne raffigurate nelle fotografie presenti in casa, sia la sua vera madre, perché non sia più con lui e perché la nonna sia così reticente nel dire la verità. L’espediente del “quaderno giallo” su cui la nonna scrive al nipote diventa lo strumento per rivelare, poco alla volta nel romanzo, le storie di tutti i personaggi che ruotano attorno all’insolita coppia di protagonisti, poi anche la storia passata della donna e, sulla conclusione, anche la verità sulla famiglia del ragazzo.
Siamo di fronte a una narrazione eccellente sotto ogni aspetto: l’uso della prima persona ci dà accesso alla vita, ai pensieri e alle emozioni del giovane protagonista; lo stile è semplice ma profondo e d’effetto, infine i personaggi sono completi, vivi, quasi tangibili, costruiti su un passato solido e complesso che dà loro tridimensionalità, e dotati anche di una continua evoluzione, come il loro presente e la loro arte.
La narrazione vi permetterà di entrare in punta di piedi nella vita travagliata di un adolescente alle prese con le mille domande della vita, i primi amori tanto nascosti quanto profondi e la ricerca del suo passato. Poi vi verrà offerto un posto a sedere sul divano del salotto durante una festa con tutti gli amici artisti della nonna e anche un viaggio in pullman di ritorno da scuola fatto di sguardi attenti e cose taciute. Alla fine di tutto ciò, vi assicuro che vorrete solo poter incollare irrimediabilmente le suole delle vostre scarpe al pavimento di quella casa, silenziosa e chiassosa allo stesso tempo, e non andarvene mai.
Considerato sia nel suo complesso che nelle sue particolarità, è senza dubbio un libro che va letto una volta (ma anche due o tre) nella vita e che, una volta concluso, vi pentirete di non avere scoperto prima e capirete com’era grigia la vita prima della lettura di questa storia: Rocìo e Macondo Sanchez si prenderanno, con forza e naturalezza, un pezzetto del vostro cuore e non ve lo restituiranno più. È un romanzo dotato di una bellezza abbagliante e di una luce che riesce a raggiungere anche gli angoli più bui.
E che fine fanno tutte le parole bisbigliate ad un orecchio, […]? Finiscono da qualche parte? Si raccolgono in un posto pieno di tutto quello che avrebbe potuto essere detto o fatto, ma poi non è stato né detto né fatto?
