Prima di partire in quarta con la nostra bella recensione, ci tenevo a fare a tutti i miei migliori, e ritardatari, auguri di buon Natale! Mi auguro che ieri sia andato tutto per il meglio e che anche oggi possiate passare un felice Santo Stefano.
Bene, dopo questa nota di dolcezza, direi che possiamo andare a massacrare questo libro.
Recensione di “Il gatto che voleva salvare i libri”

Autore: Sosuke Natsukawa
Casa editrice: Mondadori
Genere: narrativa giapponese, romanzo fantastico
Pagine: 177
Prima pubblicazione: 2020
Titolo originale: 本を守ろうとする猫の話
Gradimento personale: 2/5 ⭐️
Una pelliccia di tre vividi colori, una folta coda, degli occhi brillanti e penetranti, e due orecchie a forma di triangolo isoscele. Era un gatto a tutti gli effetti. I suoi baffi ebbero un rapido e quasi impercettibile fremito. “Hai per caso problemi di vista, ragazzino?” chiese senza tanti complimenti.
“Be’, insomma…” farfugliò Rintaro “non è che io sia proprio un’aquila, ma fino a vedere che davanti a me c’è un gatto parlante ci arrivo!”
Il gatto che voleva salvare i libri, pag. 19
Leggere questo libro è stata dura, non tanto per lo stile o per la storia, ma per i messaggi (a mio avviso banali ed erronei) che questo romanzo voleva trasmettere.
Ma iniziamo dagli aspetti positivi. La storia, di per sè, era carina e dalle tinte quasi fiabesche. Dopo la morte di suo nonno, Rintaro, un ragazzo estremamente introverso e amante dei libri, incontra un petulante gatto parlante che lo recluterà per la sua curiosa missione, quella di salvare i libri che vengono maltrattati. Tali maltrattamenti sono: il leggerli di fretta e accumulati, il tagliuzzati per accorciarli, oppure lo stamparli solo per buttarli il prima possibile nel mercato editoriale. Altra nota positiva è lo stile che ho trovato estremamente gradevole e apprezzabile… anzi, devo dire che è stata la mia unica ancora di salvezza durante la lettura.
Spezzate tutte le lance a favore, passiamo (anche se brevemente, per non fare spoiler agli eventuali futuri lettori) agli aspetti che personalmente, specifichiamolo, proprio non mi sono piaciuti. Questo romanzo voleva essere una sorta di celebrazione alla lettura e ai libri, ma nella maggior parte dei casi quelle che offriva erano riflessioni abbastanza banali, scontate e che ho trovato spesso stereotipate. Solo in pochissimi casi mi sono ritrovata ad apprezzare ciò che stavo leggendo.
Ho letto diverse recensioni di questo romanzo e ho notato che sono molti i lettori che hanno avuto le mie stesse impressioni… e devo dire che fa decisamente sorridere vedere come un libro il cui intento era quello di esaltare la lettura abbia in realtà fatto penare tanto il proprio pubblico di lettori…
