Recensioni del Gatto in Libreria, Thriller

INCUBO, Wulf Dorn

Recensione di “Incubo”

Autore: Wulf Dorn

Casa editrice: TEA

Genere: thriller psicologico

Pagine: 354

Prima pubblicazione: 2015

Titolo originale: Die Nacht gehort den Wolfen

Gradimento personale: 2/5 ⭐️

Niente dura per sempre. La sicurezza è un’illusione. Simon Strode fece questa amara esperienza un sabato di marzo. Bastò un secondo e la sua vita non fu più quella di prima. Tutto ciò che gli era caro e prezioso gli fu tolto. Senza preavviso.

Incubo, pag. 13

Mi spiace molto dirlo, ma per me “Incubo” è un grandissimo no. Ho sentito molti pareri contrastanti su Dorn, i lettori si dividono tra chi lo ama e chi non lo può soffrire; questo è il suo primo romanzo che leggo, quindi non posso dare un giudizio assoluto sull’autore, ma per il momento diciamo che non mi ha fatto una grande impressione, ecco… Di suo ho anche “La psichiatra”, che dicono essere uno dei suoi capolavori, e spero possa riuscire a farmi cambiare idea; ma se devo essere sincera, quel libro lo avevo già in casa altrimenti dopo “Incubo” non lo avrei mai comprato.

Tornando a noi, come mai questo libro mi ha così tanto delusa? Prima di tutto perché più che un thriller per adulti mi è parso di leggere un mistery per ragazzi, sia per quanto riguarda lo stile che le tematiche trattate.

Il protagonista è Simone Strode, un ragazzo di 16 anni con tratti autistici (anche se questo dettaglio sembra quasi buttato a caso all’interno del romanzo giusto perché “fa figo”), unico sopravvissuto a un incidente automobilistico nel quale hanno perso la vita i suoi genitori e da quel tragico giorno il ragazzo inizia ad avere delle visioni spaventose. Questi incubi, che dovrebbero essere il centro del romanzo, paiono elementi secondari, decorativi, quasi inutili: non mi hanno messo paura né curiosità. Il vero fulcro di “Incubo” è l’amicizia che nasce tra Simon e la misteriosa Caro trasformando quello che dovrebbe essere un thriller in uno young adult dalle sfumature mistery.

In generale “Incubo” mi ha abbastanza annoiata perché tendenzialmente non accadeva nulla. I momenti di suspence erano estremamente radi e quando finalmente arrivavano duravano per 2 paginette scarse. Alcune svolte erano intuibili a chilometri di distanza, erano talmente tanto palesi che ho ancora il dubbio se questa prevedibilità fosse voluta o meno dall’autore… qualunque sia la risposta, sta di fatto che non c’è stata nè suspence nè curiosità, ma solo un piattissimo “oh, finalmente lo ha capito pure Simon” alla fine del romanzo.

Ho letto questo libro molto velocemente, ma più che la curiosità è stata la speranza a spingermi a proseguire… la speranza che prima o poi accadesse qualcosa di interessante. Purtroppo non si salva nemmeno lo stile che ho trovato piatto e banale, forse è stata una scelta voluta per empatizzare maggiormente con il giovane protagonista, ma purtroppo non l’ho apprezzata.

Avevo moltissime aspettative per questo thriller, ma sono andate tutte in frantumi. “Incubo” è un libro che non mi sento di consigliare a nessuno, nè ai novelli del thriller nè certamente ai lettori più appassionati del genere; può essere però una lettura interessante per un giovane lettore che vuole iniziare ad avvicinarsi al mistery.

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