Recensione di “Primo sangue”

Autrice: Amélie Nothomb
Casa editrice: Voland
Genere: narrativa biografica
Pagine: 117
Prima pubblicazione: 2021
Titolo originale: Premier sang
Gradimento personale: 4/5 ⭐️
Una ventina di minuti fa, quando ho sentito gridare il mio nome, ho capito immediatamente cosa significava. E giuro che ho tirato un sospiro di sollievo. Visto che stavano per uccidermi, non avrei più avuto il dovere di parlare.
Primo sangue, pag. 7
“Primo sangue” è una breve biografia di Patrick Nothomb, padre dell’autrice, nella quale vengono raccontati alcuni sprazzi della sua vita, dai suoi primi anni vissuti assieme ai nonni fino alla fatidica missione diplomatica nel Congo (anticipata nelle pagine d’apertura del romanzo).
Questo è il primo romanzo che leggo di Nothomb, ma parlando con altri suoi lettori fedeli è emerso che forse questo non è stato il migliore da cui iniziare . “Primo sangue”, da quanto ho potuto capire, è un libro molto diverso rispetto agli altri dell’autrice, scritto in memoria del padre defunto (quindi creato più per la scrittrice stessa che per i suoi lettori). Questo bisogno di scrivere per superare il lutto si percepisce molto all’interno del testo creando anche una sorta di disorientamento nel lettore novello (com’è stato nel mio caso), si coglie che lo scopo del romanzo non è raccontare una storia ma il semplice bisogno di raccontare.
Forse non ho scoperto quest’autrice nel suo “stato brado”, ma ciò ho letto mi è piaciuto molto e ho già in programma di esplorare anche altri suoi lavori, come sua prossima opera vorrei leggere “Igiene dell’assassino”, suo esordio del 1992.
