Recensione di “Ventimila leghe sotto i mari”

Autore: Jules Verne
Genere: classico, fantascientifico
Pagine: 467
Casa editrice: Feltrinelli
Prima pubblicazione: 1870
Gradimento personale: ⭐️⭐️⭐️/5
In quel momento sentii accordi di organo, un’armonia triste in un canto indefinibile, il lamento di un’anima che desidera rompere ogni legame con la terra.
Ventimila leghe sotto i pari, pag. 463
L’intera recensione potrebbe essere riassunta in poche e semplici parole: secondo me questo libro è invecchiato male. Fermi un momento, fan di questo classico, posate i forconi e spegnete le torce… Lo so bene che questo libro è un capostipide del genere e che sembro un’eretica a non averlo apprezzato, ma purtroppo non mi ha convinta del tutto sebbene lo abbia trovato incredibilmente affascinante come romanzo in quanto specchio di un’altra epoca.
Essendo stato scritto nella seconda metà dell’ottocento, “Ventimila leghe sotto i mari” ha un approccio completamente diverso nei confronti dell’avventura e della fantascienza rispetto ai testi moderni. Le descrizioni lunghe e dettagliate (spesso e volentieri semplici elenchi di creature marine o didascalie di stampo storico) dilagano all’interno del romanzo, trasformandolo quasi in una sorta di saggio mascherato da narrativa. Anche le stesse scene d’azione, a mio avviso, hanno un taglio abbastanza apatico, distaccato e un approccio quasi scolastico.
Nonostante abbia trovato in generale questo romanzo molto statico e monotono (decisamente più di quanto mi aspettassi), sotto certi aspetti mi è piaciuto molto. Prima di tutto, come avevo già anticipato, questo libro è lo specchio di un’altra epoca ed è stato molto interessante affacciarmi alla narrativa attraverso gli occhi di un lettore dell’ottocento. Oltre a ciò ho adorato le ambientazioni… sì, le varie descrizioni erano prolisse, ma tutte racchiudevano affascinanti spaccati marini e sottomarini.
In conclusione, “Ventimila leghe sotto i mari” è un viaggio attraverso il tempo oltre che attraverso gli oceani; consiglio questo libro agli amanti delle lunghe descrizioni e dei romanzi non troppo adenalinici.
