Recensione di “Cambiare l’acqua ai fiori”

Autrice: Valérie Perrin
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 476
Casa editrice: edizioni e/o
Prima pubblicazione: 2018
Gradimento personale: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️/5
Certo, c’è la morte, i dispiaceri, il brutto tempo, il giorno dei morti, ma la vita riprende sempre il sopravvento, arriva sempre un mattino in cui c’è una bella luce e l’erba rispunta sulla terra riarsa.
Cambiare l’acqua ai fiori, pag. 302
Dopo una partenza lenta e delicata il reale intreccio della storia inizia a mostrarsi al lettore in tutte le sue sfumature e ambiguità, ma lo fa in modo soave… oserei dire timido, quasi non volesse disturbare il lettore. In questo modo, tutti gli indizi di mistero sbocciano sporadici fra le pagine iniziali del libro per poi invaderlo man mano che la storia prosegue. Come un prato che si lascia invadere dai colori durante la primavera: prima si scorge solo quale sporadico bacello, poi sopraggiunge l’invasione dei fiori.
Ci sarebbero molte cose da dire su questo libro, tutte cose meravigliose, ma il rischio di fare uno spoiler è davvero alto quindi mi limito a dirvi che questa storia è un misto di mistero, amore, morte e famiglie che si uniscono o che si disgregano. Tutto ruota attorno alla protagonista Violette, la guardiana di un cimitero francese, e di come si sia ritrovata a svolgere un impiego tanto particolare.
Questo libro, per me, è stato come una carezza… ma una carezza fredda, come quella elargita dalla mano di un morto. Di “Cambiare l’acqua ai fiori” ho amato tutto: i personaggi (principali e secondari), le atmosfere (perfette per le letture autunnali), lo stile dell’autrice e soprattutto il modo in cui è riuscita a gestire i vari intrecci e misteri di cui il libro è intarsiato.
Si è trattata di una delle letture migliori dell’ultimo periodo, quindi mi sento davvero di consigliare questo volume a tutti i lettori amanti di narrativa contemporanea e non. E vi consiglio anche di approfittare dell’autunno, perché questo libro si abbina alla perfezione a una bella tazza di té al gelsmino e al fuoco di un camino.
