Recensione di “Papillon, la casa dei giocattoli”

Autrice: Roberta Fierro
Genere: urban fantasy
Pagine: 406
Casa editrice: La Ruota Edizioni
Prima pubblicazione: 2021
Gradimento personale: ⭐️⭐️⭐️,5/5
«Perchè ai bambini basta dire “scusa” o “mi dispiace” per mettere le cose a posto, per riparare ciò che pensavi fosse rotto per sempre. A loro basta poco. Con un sorriso o un abbraccio sono felici, felici davvero, di quella felicità che solo la purezza di un bambino può godersi, può apprezzare.»
Papillon, la casa dei giocattoli (pag. 168-169)
“Papillon” è il primo libro che leggo di stampo urban fantasy dopo anni, da quando ero una ragazzina innamorata persa della saga di “Percy Jeckson e gli dei dell’Olimpo”. Devo ammettere però che da allora i miei gusti sono molto cambiati e che adesso prediligo i fantasy dai toni più cupi, come ad esempio quelli della saga di Geralt di Rivia scritta da Andrzej Sapkowski, tuttavia quando ho intravisto “Papillon” nel bookinstagram non ho potuto non rimanerne affascinata.
Questo libro è un miscuglio di mistero, leggende, magia, amore e tanti, ma tanti giocattoli. A tratti il fatto che il libro non fosse strettamente nelle mie corde mi ha un po’ pesato, ma in linea generale sono sempre stata curiosa di scoprire cosa sarebbe accaduto, come si sarebbe sciolto l’intreccio creato dall’autrice. Quindi, mi ritengo soddisfatta di questa lettura e mi ha fatto piacere sperimentare con un libro fuori dalla mia comfort zone.
Gli elementi che più mi sono piaciuti all’interno del romanzo sono stati due: il modo in cui l’autrice ha saputo incuriosirmi (soprattutto nelle pagine iniziali) e i personaggi. Ho adorato la protagonista Madison (con quella sua soave dolcezza affiancata ad una forte determinazione), il protagonista Julian (un giornalista sempre a caccia della verità) e soprattutto ho amato l’antagonista Madame Dahlia, una donna che si è fatta corrompere dall’odio e dal desiderio di vendetta ma che, nonostante tutto, non ho potuto non trovare affascinante e ammaliante.
L’unico aspetto che non mi è piaciuto all’interno del romanzo e che (lo confesso) a tratti mi ha anche appesantito la lettura, è stato lo stile dell’autrice poiché non rientrava proprio nelle mie corde. A tratti l’ho trovato un filino troppo semplice e diretto per i miei gusti… ovviamente riconosco che questa è una critica strattamente personale, ma solitamente non apprezzo particolarmente questo genere di stili. E sì, confesso anche di essere molto rompipalle sotto questo punto di vista dato che nella scorsa recensione (“La donna degli alberi”) mi sono lamentata dello stile di Marrone esattamente per i motivi opposti, non vogliatemene…
In conclusione, penso che “Papillon” sia perfetto per i fan del genere e per quei lettori che sono a caccia di una storia che unisca amore, mistero e magia. Ma lo sconsiglio a chi, come me, preferisce letture più inquete e affini al dark fantasy.
